Etichette alimentari: una lettura corretta

Etichette alimentari: una lettura corretta

Grassi, zuccheri, proteine, carboidrati, calorie, dove e come quello che acquisto è stato prodotto: spesso leggere un’etichetta alimentare non è facile, ma con qualche informazione in più il gioco diventa più semplice. Qui sotto una breve guida per capire cosa portiamo a tavola.

L’etichetta deve innanzitutto riportare la lista degli ingredienti completa in modo chiaro.

Un’etichetta, per essere a norma di legge, deve contenere: la denominazione di vendita, l’elenco degli ingredienti, gli additivi, il quantitativo, i termini di scadenza e le modalità di conservazione e di utilizzo, e infine il produttore.

Andiamo con ordine:

-La denominazione di vendita altro non è che la descrizione del prodotto stesso: in altre parole, posso chiamare ciò che produco con un nome di fantasia, ma deve obbligatoriamente comparire di che cosa si tratta (ad esempio, “uova”, “latte” etc).

-Per quel che riguarda l’elenco degli ingredienti, invece, l’ordine di peso seguito è quello decrescente: il primo della lista sarà quello presente in maggior quantità. Se troviamo la dicitura “in proporzione variabile” significa che nessun ingrediente prevale sull’altro. Nell’elenco degli ingredienti troviamo anche gli aromi, distinti in naturali e artificiali (questi ultimi spesso sono riportati semplicemente come “aromi”). Gli additivi, invece, sono riportati nelle etichette con una sigla: da E100 a E199 indicano i coloranti, da E200 in su il resto degli additivi.

-L’etichetta, inoltre, deve riportare anche il peso o il volume netto del prodotto: nel caso di prodotti conservati in un liquido di governo deve essere indicato anche il peso sgocciolato.

-E veniamo ora ad un altro tema importante, ovvero la data di scadenza. La dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” indica che le caratteristiche del prodotto rimangono inalterate fino alla data indicata, dopodiché lo si può comunque consumare ma non se ne assicura l’integrità. Invece, quando invece leggiamo “da consumarsi entro”, si tratta di una scadenza vera e propria, dopo la quale il produttore non garantisce più.

La data dovrebbe essere scritta in modo chiaro e leggibile, con caratteri indelebili e in una posizione facilmente individuabile dal consumatore, e deve indicare:

– il giorno, il mese e l’anno per i prodotti conservabili per meno di tre mesi;

– solo il mese e l’anno per gli articoli conservabili per più di tre mesi ma meno di 18;

– solo l’anno per alimenti conservabili per più di 18 mesi.

L’indicazione non è invece obbligatoria per i prodotti ortofrutticoli freschi, i vini, l’aceto, i superalcolici, il sale da cucina e lo zucchero.

Per i prodotti che hanno bisogno di una particolare conservazione, invece, la modalità deve essere sempre indicata.

Anche la provenienza deve essere indicata in modo chiaro e leggibile: sono obbligatori infatti il nome e l’indirizzo del proprietario del marchio sotto cui il nome del prodotto è registrato.

Saper leggere correttamente un’etichetta è importante, ci permette di capire cosa portiamo a tavola e quindi di scegliere consapevolmente che cosa mangiare.

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